San Cataldo e il Molo di Adriano

San Cataldo e Molo di Adriano

La località di San Cataldo, marina di Lecce, così stupefacente nella sua accecante semplicità, serba tra le sue acque un’importante stralcio di storia.

 

Il porto dell’ imperatore Adriano

 

Nelle vicinanze del faro, che svetta in altezza su un ampio spiazzo affacciato sul mare, si possono osservare i resti di quello che un tempo era un porto dedicato all’imperatore Adriano, dove, si racconta, era approdato Ottaviano dopo aver appreso la notizia della dipartita di Cesare.
A volere la costruzione di tale porto nelle acque del Mar Adriatico fu proprio l’imperatore Adriano, ragion per cui il molo prese il suo nome. La posizione era privilegiata ma, soprattutto, non casuale: l’imperatore scelse proprio San Cataldo perché questa località sembrava essere molto vicina all’antica città di Lupiae, ma anche poco distante da due altri importanti porti, quello di Otranto e quello di Brindisi, dalle grandi dimensioni.

Faro di San Cataldo

 

Punto nevralgico per il commercio locale

 

Sfruttando questa sua posizione geografica, le imbarcazioni potevano partire con facilità alla ricerca di scambi e di fruttuosi commerci. Per molti secoli, infatti, il molo di Adriano ricoprì un ruolo estremamente importante nel commercio locale, ma soprattutto nella crescita culturale del Salento, grazie anche ai numerosi e continui scambi con altri luoghi del Mar Mediterraneo che portarono un forte arricchimento morale.

 

Un molo antichissimo

 

In alcuni scritti s’ipotizza, tuttavia, che l’imperatore Adriano avesse fatto non costruire interamente il molo, ma sistemare con accuratezza ciò che restava di un precedente porto, del quale il mare aveva restituito le rovine. Nonostante l’attività fosse molto influente nel territorio salentino, con il crollo dell’Impero Romano il porto cadde pian piano in disuso.
Fu nel 1400 circa, grazie a Maria d’Enghien, che tornò alla ribalta.  La contessa di Lecce, infatti, ordinò la ricostruzione del molo e lo arricchì con una grande torre che si ergeva a strapiombo sul mare.
La torre non fu edificata nella semplicità, ma si pregiava di una grande maestria e dell’impiego di materiali edilizi di ottima qualità, che a quei tempi erano utilizzati solo per i nobili.

 

Tra Oriente e Occidente

 

San Cataldo divenne, quindi, uno dei centri marini di maggiore importanza, come punto d’intersezione fra Oriente e Occidente.
In seguito, quando la zona della marina di Lecce divenne paludosa, la torre e il molo caddero nuovamente in disuso, tenendo conto anche del fatto che la malaria imperversava furiosa nelle località circostanti.

Una parte di esso, quindi, sfidando il tempo e le intemperie ha resistito fino ad oggi ed è visibile a pochi metri dal faro di San Cataldo, ma continua, tristemente, a sgretolarsi sotto agli occhi della gente curiosa.
La Soprintendenza Archeologica e l’Università del Salento, tuttavia, sono impegnati in un progetto sinergico di studio e recupero di una parte dei resti del molo di Adriano, avvalendosi dell’aiuto di una scrupolosa e accurata ricostruzione in 3D.

 

Il lungomare di San Cataldo, dove soffia forte la tramontana, è una finestra aperta da cui si può ammirare il fascino delle costruzioni storiche, per un turismo differente che, oltre a puntare al meritato svago, accende i riflettori sulla natura e sulla cultura dei luoghi, lasciandosi attrarre con fiducia da tutto quello che ancora ha in serbo questa fantastica regione chiamata Puglia.

Compare listings

Confrontare