La dea Iside a Lecce e il suo tempio
Gli spazi più impensabili di una città sono nidi di vita e di verità poco immaginabili; qui le finestre del passato si aprono attraverso la bellezza davanti a coloro che ricercano la storia.
La città di Lecce, ricca in tutte le sue sfaccettature, è considerata “la Signora del Barocco”, perché questo stile padroneggia sulle facciate di palazzi e chiese, ma pur essendo artificioso, è caratterizzato da una certa raffinatezza che rende le opere imponenti senza risultare pesanti: questa maestria è stata denominata “barocco leccese”, un appellativo, dunque, che lo caratterizza e lo distingue dal barocco in generale.
Lecce è una delle più gettonate mete turistiche grazie alle stupende marine che arricchiscono la sua provincia. Ma Lecce è, prima di tutto, città d’arte: i vicoli del suo centro storico testimoniano e raccontano gli usi e costumi della civiltà di diverse epoche, come quella romana, quella medievale e quella rinascimentale.
Passeggiando per il centro storico di Lecce, attraverso i vicoli di quella che un tempo era la città romana Lupiae, si incontra, tra i tanti, un suggestivo palazzo cinquecentesco, nei pressi della Chiesa di San Matteo: è il Palazzo Castromediano-Vernazza, meglio conosciuto come il Tempio di Iside.
Questa dimora storica si erge in tutta la sua imponenza all’interno di un vico e colpisce per la sua bellezza architettonica: è impossibile, infatti, rimanere indifferenti di fronte alla sua figura a forma di torre impreziosita dai ricchi fregi che incorniciano le finestre, le quali, anticamente, erano utilizzate dalle nobildonne che volevano partecipare agli eventi osservandoli dall’alto, per non unirsi alla massa dei ceti inferiori.
Il tempio nascosto
Una volta all’interno, osservando la meraviglia che i vetri incastonati nel pavimento permettono di ammirare, si intuisce presto che tale costruzione, pur essendo l’antica residenza di una famiglia della nobiltà leccese, nasconde sottoterra una storia inconsueta, dove un tempo arte e devozione s’incontravano: il rinomato Tempio di Iside, appunto. Le ricerche archeologiche effettuate negli ultimi anni dall’Università del Salento, hanno riscontrato, infatti, nei sotterranei del palazzo, testimonianze e particolari interessanti.
Iside, la dea egiziana
Iside era la dea della fertilità dell’antico Egitto, e il suo culto, insieme a quello di numerosi altri dèi, si diffuse attraverso la civiltà romana. La dea, insieme a suo marito il re Osiride, erano i due dèi più venerati intorno all’anno 1000 a.C.. Man mano il culto di Iside si diffuse nelle zone del Mediterraneo e divenne parte integrante della religione romana. Ma solo quando Roma, nel primo secolo a.C., fece sua la cultura ellenistica e tutto ciò che essa comportava.
Così, Iside trovò il suo tempio anche nella città di Lecce. Per moltissimi anni si era solo ipotizzato che nei sotterranei di Palazzo Castromediano-Vernazza ci fosse un tempio nascosto dedicato alla divinità egizia; ipotesi basata su scritti antichi che parlavano di alcuni mercanti che portavano a Lecce i doni destinati alla dea, pregandola di ricambiare il favore con la maternità e la fecondità. Solo grazie ai restauri e agli scavi dell’Università del Salento è stato possibile rendere veritiera questa leggenda.
Nel periodo in cui era utilizzato, per accedere al tempio era necessario attraversare il Purgatorium per purificare, attraverso l’acqua, il corpo: questo rito è entrato, poi, anche nei riti della religiosità cristiana. Ancora oggi, infatti, entrando in una qualsiasi chiesa, si intinge la mano destra nell’acqua benedetta per poi fare il segno della croce.
I reperti ritrovati del tempio di Iside
Nelle parti più intime e profonde del Tempio di Iside, sono state ritrovate numerose iscrizioni che riportavano nomi e voti, e molte monete, su una delle quali si leggeva l’incisione “ Tiberio dedica a Iside” in lingua latina. Sono emerse dai sotterranei anche alcune piccole lastre di marmo su cui erano rappresentati, in rilievo, Iside, il dio Anubis e una maschera. Ma il reperto più significativo da citare è la testa della statua di Iside, a conferma del fatto che quel luogo segreto del palazzo nascondesse, come si pensava, un tempio a lei dedicato.
I lavori di restauro hanno riportato alla luce, dal 2004 ad 2011, molti altri reperti archeologici. Questi testimoniano il trascorrere dei secoli e il susseguirsi delle generazioni all’interno di questo palazzo nobiliare, un luogo anticamente sacro che riesce ad affascinare, anche dopo un tempo lunghissimo, i turisti di tutto il mondo.
Lecce, da sempre accogliente e cortese, accompagnerà i suoi visitatori in un fantastico e incantevole viaggio nella storia, facendogli assaporare il gusto della bellezza artistica e invogliandolo a tornare ad ammirare le strade del suo centro storico ma anche la città nuova.