Una distesa di terreni fecondi e di ville nobiliari circonda la città di Lecce, un paesaggio dal grande fascino che risveglia l’interesse storico-artistico e che mai smette di esaltare la propria unicità.
Questa singolare porzione del Salento è conosciuta con il nome di Valle della Cupa.
La valle unica attorno a Lecce
Si tratta di una zona caratterizzata da una depressione carsica dai confini limitati, che vede al proprio centro il capoluogo di provincia e intorno ad esso dodici paesi, tra i quali Monteroni, Lequile, Arnesano e Cavallino.
Due sono i punti esatti dove la valle raggiunge la massima depressione: ad Arnesano, con i suoi 18 metri s.l.m., ma anche nei pressi del sito archeologico denominato “la Vora di Maria Quarta”, che conta 22 metri s.l.m. Solo pochi chilometri separano i comuni che fanno parte della valle: è facile, pertanto, visitarne più di uno in poco tempo.
Dove la modernità abbraccia il passato
Chi sceglie di esplorare la Valle della Cupa si trova di fronte a un paesaggio dall’allure antica: masserie, vigneti, furneddhri e ville nobiliari animano la scena in un’immobilità fatata che sfida la modernità.
Fin da epoche lontane, la Valle della Cupa è stata frequentata dall’uomo per la fertilità che ancora oggi caratterizza i suoi terreni, rendendoli adatti alla coltivazione di viti, oliveti e orti.
Non solo le campagne fertili, ma anche la salubrità dell’aria ha reso possibile, in particolare intorno al ‘700, un insediamento più intenso da parte dell’uomo. Il XVIII secolo, infatti, è il periodo in cui la nobiltà leccese vede la valle come il luogo perfetto per la costruzione delle lussuose ville dove trascorrere le vacanze estive.
La Valle della Cupa, quindi, si fregia di un paesaggio unico nel suo genere, che la mano dell’uomo ha contribuito ad arricchire senza togliere troppo alla natura, ma aggiungendo a essa l’eleganza e la particolarità delle architetture.
Agli inizi del ‘900 si coltivano, qui, il cotone, la canapa e il lino: delle colture redditizie portate a frutto grazie ai diversi canali e pozzi disseminati lungo l’intera valle e attraverso i quali è facile beneficiare delle falde acquifere tanto vicine al suolo.
Cosimo de Giorgi e la valle della Cupa
Questa parte del Salento, tanto interessante dal punto di vista storico e paesaggistico, non a caso ha ispirato lo scienziato Cosimo De Giorgi, il quale nei suoi scritti definisce la Valle della Cupa “il Tivoli leccese”, mentre parla con trasporto dei giardini, i parchi e la corona di smeraldi che sembrano abbracciare il suo stesso paese, Lizzanello, come un anfiteatro.
Un’area certamente preziosa, costellata anche di uliveti, pajare, tante chiesette ed edicole votive, dove chissà quanti viandanti si saranno fermati, nei secoli, per un momento di preghiera.
Indagare nelle viscere della storia
L’intero territorio della Valle della Cupa è meta, tutti gli anni, di turismo culturale, di quel turismo che non si ferma alla superficie della bellezza ma che vuole andare oltre, vuole scavare nelle viscere della storia dei luoghi.
Le dimore storiche, infatti, sono molto ambite dagli appassionati del genere: è possibile godere della vista dei giardini durante le visite guidate organizzate diverse volte durante l’anno, anche grazie al FAI (Fondo Ambiente Italiano).
A Monteroni, ad esempio, fra le tante dimore conosciute vi sono Villa Romano, dove è stato girato il film “Latin Lover”, Villa Cerulli e Villa Misrachi, nel cui giardino vive da oltre centocinquant’anni un maestoso albero di cornula.

La valle della Cupa : un tesoro da proteggere
La Valle della Cupa, dall’atmosfera emozionante come in un film ambientato nel passato, sembra quasi voler nascondere nel suo avvallamento un tesoro da proteggere: la ricchezza insita nel suo paesaggio, un fascino senza tempo che resta indifferente al lento rincorrersi dei secoli.
Foto di copertina: Villa Misrachi dal sito ufficiale del Comune di Monteroni