Dai pescatori ai nobili …
Santa Maria al Bagno, situata fra Lido Conchiglie e Santa Caterina, è una frazione del comune di Nardò che si estende nelle immediate vicinanze del Pizzo dell’Aspide.
Come per le altre marine neretine, questo piccolo paese sorse come borgo per i pescatori, perché il mare donava abbondanza di pesci e i lavoratori sentirono la necessità di avere un punto d’appoggio vicino, dove riposare e dove poter mettere al riparo le reti.
La fine dell’800, invece, vide i nobili dei paesi limitrofi riempire le campagne a ridosso del mare con ville dall’inimitabile eleganza.
… agli uomini del Neolitico
Santa Maria al Bagno, però, era già abitata non solo in tempi relativamente recenti, ma fin dalla notte dei tempi, e più precisamente dal periodo conclusivo dell’Età della Pietra: il Neolitico.
La prossimità del mare era motivo di scelta per gli insediamenti, poiché gli uomini primitivi, prima di stanziarsi in un luogo, andavano alla ricerca di determinate caratteristiche.
La scelta del posto in cui vivere
Ed ecco che il Salento, compreso il versante ionico, divenne terra da vivere. Una scelta ponderata e precisa, perché il territorio salentino era corredato di molte grotte presso cui gli uomini avrebbero potuto trovare riparo, c’erano animali da cacciare, era ricco di materiali con cui avrebbero potuto costruire utensili, il clima era favorevole e, soprattutto, era vicino al mare, attraverso cui avrebbero potuto spostarsi altrove o pescare per vivere.
La grotta del Fico
A Santa Maria al Bagno c’è un posto preciso che gli uomini primitivi avevano deciso di abitare: si tratta di un’area archeologica, dove un tempo sorgeva forse una foresta, che si snoda quasi a ridosso del centro abitato, nei pressi del canalone preistorico e i suoi dorsi.
Sul dorso destro di tale canale si apre la Grotta del Fico, la cavità carsica che prende il nome da un imponente albero di fico che si trova all’ingresso e che ostacola quasi del tutto l’accesso alla stessa.
La grotta, nonostante fosse già conosciuta dagli abitanti del luogo tanto da essere stata perfino utilizzata come rifugio antiaereo in tempo di guerra, fu resa nota soltanto nel 1961 dall’archeologo Arturo Palma di Cesnola e da Luigi Lazzari, il quale scoprì dei piccoli pezzi di ceramica da impasto.
Tracce di storia
All’interno, la grotta presentava diversi reperti che permisero agli studiosi di risalire all’epoca precisa in cui fu abitata.
Furono rinvenuti, infatti, alcuni vasetti integri e dei piccoli pezzi di ceramica, lame, punteruoli e altri utensili realizzati in pietra oppure in osso. Non solo oggetti, ma anche resti di animali di cui si cibavano, tra cui ostriche, patelle, cervi, cavalli e ricci.
I resti menzionati furono rinvenuti tra le cinque diverse stratificazioni che compongono, tutt’oggi, il suolo della grotta.
L’analisi della stratigrafia e dei reperti fece concludere agli studiosi che la grotta fosse stata abitata con maggiore intensità nella fase finale del Neolitico, quando gli uomini si cibavano soprattutto di molluschi e fauna ittica.
Al contrario, nell’Età del Bronzo si erano nutriti perlopiù di specie terrestri.
Il periodo Uluzziano
In seguito, poi, la grotta fu frequentata di rado e gradualmente abbandonata.
Nelle vicinanze della grotta furono individuate anche numerose incisioni geometriche, probabilmente impresse durante lo svolgimento di alcuni rituali. Nell’area archeologica che comprende il canalone, ancora oggi sono ben visibili alcune antiche tombe, forse di epoca romana o messapica, scavate nella pietra.
Durante le operazioni di ricerca sulla Grotta del Fico, nacque una profonda curiosità riguardo alle altre grotte delle marine di Nardò, fino alla Baia di Uluzzo: i conseguenti approfondimenti diedero vita a un’importante e accurata ricostruzione della preistoria e di alcuni passaggi fino ad allora poco chiari, arrivando a definire “uluzziano” un periodo risalente a circa 30.000 anni fa.
Santa Maria al Bagno, il piccolo borgo dalle grandi vicende, è sempre aperto a nuove ricerche, certo di riuscire a destare stupore con le bellezze che cela in ogni angolo del paesaggio e della storia.
Fonti:
-P. Pisacane- M. Gaballo, SANTA MARIA AL BAGNO E L’ACCOGLIENZA AI PROFUGHI EBREI, Mario Congedo Editore, 2021;
-dal web.