Il volto che parla d’amore a Lecce
Lecce, perla del barocco e palcoscenico di fervide storie di vita e d’amore, pur essendo tanto lontana dalla romantica Verona, ha anch’essa i suoi appassionati Romeo e Giulietta. La loro è una storia che si snoda tra i vicoli del centro storico della città. In pochi la conoscono perché si svela soprattutto a chi ama camminare guardando in su, in cerca di architetture particolari da ammirare.
La misteriosa scultura incastonata nel palazzo
Passeggiando da Piazza Sant’Oronzo verso Porta San Biagio, nel punto che interseca Via Federico D’Aragona con il Vico del Theutra, spunta un piccolo volto di donna, scolpito nella pietra e incastonato nella linea d’angolo di un palazzo ottocentesco, accanto al balconcino che si affaccia sulla movida. Quel volto, freddo e duro, è il simbolo di una grande e struggente storia d’amore che fino a poco tempo fa era conosciuta quasi esclusivamente nella città stessa, ma che ha potuto raggiungere gli ascoltatori di tutta Italia grazie all’interesse di Alberto Angela.
Il volto dell’amore a Lecce
La leggenda racconta che nel palazzo dove si può scorgere il viso, vivesse un ragazzo e nelle vicinanze, proprio nell’abitazione di fronte, una bellissima ragazza. I due erano follemente innamorati. Il loro era un amore platonico e quasi etereo. Amore che li vedeva unirsi solo attraverso sguardi nascosti e parole d’amore, pronunciate dalle finestre dei loro rispettivi palazzi. Entrambi trascorrevano le loro giornate con trepidazione, in attesa di vedere il viso dell’altro comparire alla finestra, di nascosto da tutti. La loro fu una relazione duramente ostacolata dai genitori di lei, in particolare dal padre, il quale, forse a causa di una mentalità retrograda o per eccessiva gelosia della figlia femmina, fece murare la finestra dalla quale la ragazza poteva parlare con il giovane.
Era disperata, vedendo fino a che punto fosse arrivato il padre. E così iniziò fervidamente a supplicarlo di togliere la barriera che aveva fatto costruire e che l’aveva improvvisamente divisa dal suo amore. Vedendo l’implacabilità del padre, si rivolse alla madre in cerca del suo aiuto, ma non ottenne alcun risultato, così si tolse la vita in un impeto di disperazione. Il ragazzo aspettò per un giorno intero che la sua amata si presentasse al quotidiano appuntamento, ma quando venne a conoscenza dell’accaduto, soffrì tanto da rintanarsi fra le quattro mura della sua abitazione, senza mai rivolgere la parola ad altri. Poi, seguendo le ragioni del cuore, decise di far costruire, su commissione, il volto della sua amata per vederlo sempre accanto a lui, proprio lì sul palazzo. In questo modo, il legame dei due innamorati divenne immortale. Tanto da far sognare ancora oggi, a distanza di secoli, chiunque passi sotto a quel balcone e rivolga lo sguardo al cielo. Un amore sofferto che, tuttavia, si spera sia solo leggenda.
Tra leggende e suggestioni romantiche
Per questo motivo, il volto dell’amore presenta un’alternativa, un’altra storia per i meno romantici e melanconici. Si racconta anche, infatti, che quel palazzo fosse la dimora della nonna di Sigismondo Castromediano (il rinomato archeologo e collezionista a cui è dedicato il “Museo Sigismondo Castromediano” di Lecce) e, una volta venuta a mancare l’anziana signora, il marito fece scolpire sulla pietra il suo viso, per mantenerne vivo il ricordo. Fantasia o realtà… il volto della ragazza incastonato nella pietra leccese, con la sua espressione ha reso eterno il pathos dell’amore della sua vita, arricchendo ulteriormente Lecce e il Salento di suggestione e meraviglia.
Immagini dal web