Alle origini di Corigliano d’ Otranto
Il comune di Corigliano d’Otranto, che si trova nella parte centrale della provincia e nel cuore della Grecìa Salentina, è uno tra i più antichi comuni del Salento.
Il suo territorio è disseminato di dolmen, specchie e menhir, resti megalitici che testimoniano la vita delle civiltà protostoriche che un tempo lo abitarono.
Sulle vere origini del paese non si hanno notizie certe, ma si ipotizza che fosse stato fondato ai tempi della Magna Grecia, o dai Messapi, gli antichi abitanti del Salento.
In questo paese della Grecìa Salentina si parla anche il griko, e Corigliano d’Otranto è secondo solo a Sternatia per il numero di abitanti che ancora danno voce a una lingua dal profumo antico, un idioma che risuona nelle case e nei canti, mantenendo viva la tradizione.
Il periodo di massima gloria del paese, però, fu il Medioevo, quando fu costruito il castello come fortezza militare, e durante il quale si succedette il predominio di diverse famiglie, tra cui i D’Enghien e gli Orsini-Del Balzo.
Il castello come fortezza militare
Nel 1465, una famiglia dalle antiche origini francesi, i de’ Monti, lo acquistò e ci fece costruire una cinta muraria e un profondo fossato, in difesa dagli attacchi dei nemici, dai turchi in particolare.
Il castello de’ Monti fu uno dei primi esemplari cinquecenteschi di architettura feudale e militare, primo in assoluto ad avere torri circolari intorno alla pianta quadrangolare, e perciò, uno dei più belli della penisola salentina.
Intorno al 1515, Giovan Battista de’ Monti commissionò alle maestranze locali degli importanti lavori per il castello, per renderlo adeguato alle tecniche di guerra di tale periodo.
Il castello militare incontra il Barocco leccese
Nel 1662, per volontà del nuovo acquirente Francesco Trani (barone di Tutino e successivamente duca di Corigliano d’Otranto) fu restaurato e ulteriormente rinnovato, così il castello assunse un aspetto diverso, più ricco e lussuoso. Fu proprio in merito a tale restauro, che la costruzione incontrò il barocco, vedendo rifiorire la propria facciata nello stile che padroneggiava soprattutto sulle più imponenti architetture del Salento.
La facciata principale, che doveva essere non più in stile militare ma che doveva avere le caratteristiche di un palazzo nobiliare, fu arricchita con statue allegoriche, aforismi e iscrizioni di Andrea Peschiulli (poeta secentesco coriglianese) e busti di importanti personaggi del passato.
Messaggi dal passato
La statua raffigurante lo stesso duca Francesco Trani fu posta al centro e affiancata da altre due che simboleggiavano la giustizia e la carità, qualità essenziali che un uomo della nobiltà era tenuto ad avere. Tutte le statue presenti sulla facciata, custodite in delle nicchie, non furono poste a scopo puramente decorativo, ma furono arricchite da messaggi e pillole di saggezza, parole profonde che inducevano gli uomini a riflettere sui grandi misteri della vita.
Le torri circolari e le virtù cardinali
Le quattro torri circolari, imponenti e difensive, furono dedicate ognuna ad un santo, secondo le virtù cardinali: San Giovanni Battista con la virtù della giustizia, San Michele Arcangelo con la fortezza, Sant’ Antonio Abate con la virtù della temperanza, e San Giorgio con la prudenza.
Nei secoli, il castello de’ Monti cambiò nella struttura e negli usi a cui era adibito: da fortezza militare a residenza nobiliare, da frantoio per la produzione di olio d’oliva a mulino a vapore, e infine a tabacchificio, adattandosi ai cambiamenti economici e sociali delle diverse epoche, ma soprattutto alle necessità della gente del luogo.
Il castello di Corigliano d’ Otranto oggi
Oggi il castello de’ Monti, proseguendo il suo camaleontico cammino attraverso il tempo, è adibito a diversi usi: le sue stanze, infatti, sono sede di notevoli iniziative culturali, ospitano un locale di ristoro e un imperdibile percorso archeologico.
In questo castello dal fascino intramontabile, ora di proprietà del comune, transitano ogni anno migliaia di turisti.
Perché qui, la storia e la cultura s’incontrano come già avvenuto in passato, in un Salento che non è fatto solo di spiagge, ma che ha innumerevoli risorse da offrire.