Il Canyon di Leuca e il ponte del Ciolo

Ponte del Ciolo

Lì, dove lo sguardo accecato dal sole avvolge l’estremità della Puglia, un paesaggio fatto di roccia e mare esalta la propria bellezza in un silenzio quasi sacro, spezzato soltanto dall’infrangersi delle onde sugli scogli, facendo apparire infinitamente piccola qualsiasi opera compiuta dall’uomo.
Perché in Puglia, ma soprattutto nella zona del Salento, la bellezza dei paesaggi naturali è divenuta uno dei maggiori punti di forza del territorio.

 

Il Ponte del Ciolo

 

E’ il caso del Canyon del Ciolo, la profonda vallata di Gagliano del Capo, poco distante da Santa Maria di Leuca: si tratta di un’insenatura scavata dalla natura in uno degli scenari più emozionanti della penisola salentina, che ogni anno si presta alle scalate e ai tuffi spericolati dei vacanzieri che amano l’avventura.

 

Il brivido dei tuffi estremi

I turisti provenienti da ogni dove, infatti, si recano all’ormai famoso Ponte del Ciolo con il preciso intento di assaporare le profonde acque del Capo di Leuca, tuffandosi giù da un’altezza di circa 30 metri.

Il Ponte del Ciolo, che unisce le due sponde del fiordo naturale, fu costruito negli anni ’60 e rappresenta, ancora oggi, un esemplare punto di attrazione turistica, nonostante sia uno dei luoghi più pericolosi del Salento e da cui, in realtà, sarebbe vietato tuffarsi.
Per i meno ambiziosi, ai piedi del ponte si estende una piccola spiaggetta a cui si accede tramite una scala, riparata da quasi tutti i venti  grazie alla sua posizione tra le pareti dell’insenatura.
Quello del Ciolo altro non è che un grande costone di pietra calcarea che prende il nome da “ciole”, un termine dialettale salentino che indica le gazze ladre, dei volatili che in questo luogo nidificano più intensamente rispetto al resto del territorio salentino.
Un paesaggio unico, quindi, dove la natura esprime pienamente la sua essenza: un pezzo di paradiso sulla terra fatto di rocce, mare, sole, fauna, macchia mediterranea e grotte.

 

Il Canyon di Leuca

 

Lungo il canyon, infatti, sono numerose le grotte che meritano attenzione, tra queste, a 30 metri s.l.m., le Grotte Cipolliane sono certamente le più apprezzate.
Da alcuni studi è emerso che, in epoca preistorica, questa parte del territorio non fosse tal quale a come si presenta oggi, ma che costituisse il fondale marino: si evince, quindi, che il livello del mare fosse molto più alto di quello odierno.
Con l’appellativo “delle Cipolliane”, dovuto alle numerose cipolle selvatiche che crescono nelle vicinanze, non sono denominate soltanto le grotte, ma anche un sentiero che ad esse conduce: il Sentiero delle Cipolliane, appunto, una continuazione del suggestivo Sentiero del Ciolo che un tempo i raccoglitori di sale, ma anche i pescatori, sfruttavano per andare da Gagliano del Capo a Novaglie.
Dall’inizio della bella stagione fino all’autunno, sono numerose le escursioni organizzate: si ha la possibilità di esplorare l’insenatura del Ciolo con le sue pareti a strapiombo, in uno dei luoghi naturalistici più affascinanti dell’intera regione.

 

Il sentiero delle Cipolliane

 

Con un minimo di allenamento, si può partecipare al trekking lungo tutto il Sentiero delle Cipolliane: una camminata tra le rocce e la vegetazione spontanea, con lo sguardo rivolto verso il mare aperto sul quale è esposto il sentiero. Per gli sportivi più esigenti, è presente un percorso dedicato, attraverso il quale possono arrampicarsi per ammirare, dall’alto della parete rocciosa del canyon, un paesaggio sconfinato e senza eguali.

Alla punta più esposta del tacco d’Italia, il Salento rivela la sua eterna bellezza e l’uomo può soltanto ammirarla, arrendendosi di fronte alle meraviglie silenziose e potenti di questa terra.

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