Un piccolo comune del Salento si distingue per la sua particolare posizione geografica, quasi a voler fare da collante fra le tre province.
Parliamo di Erchie, un paese di circa 9000 abitanti che si trova al confine tra Lecce, Brindisi e Taranto e che ha assorbito la cultura e le tradizioni dei luoghi che lo circondano. Questa parte dell’alto Salento, essendo Erchie molto vicino alla città medievale di Oria, è conosciuta soprattutto per i luoghi di culto, dove si radunano i fedeli del paese ma anche quelli che, mossi da una forte fede, giungono da più lontano.
Erchie e la storia di Santa Lucia
Il paese di Erchie è legato, da secoli, alla storia di Santa Lucia e alla devozione che ne è scaturita.
Ma come è nato questo legame?
Si tratta di una storia molto antica che, attraverso viaggi e miracoli, è stata tramandata fino ai giorni nostri.
La storia di Santa Lucia
Santa Lucia nacque a Siracusa tra il 280 e il 290 d.C. in una famiglia benestante. Essendo rimasta orfana del padre a soli cinque anni, fu guidata dalla madre verso una profonda fede cristiana, fino a quando non prese la decisione di consacrare la sua vita a Dio, rinunciando per sempre al matrimonio da tempo programmato con un uomo facoltoso.
La ragazza fu denunciata dal promesso sposo e accusata di cristianesimo, proprio nel periodo della fitta persecuzione di Diocleziano verso i cristiani. A causa di questa pesante accusa, ben presto le autorità decisero di condannarla a morte e, prima della sua dipartita, le furono estirpati gli occhi dalle orbite.
Il suo martirio avvenne il 13 dicembre del 304 d.C., a Siracusa. Le spoglie mortali della martire Lucia furono sepolte in una catacomba che divenne luogo di culto, finché gli invasori musulmani non le spostarono in un posto segreto. Il corpo della santa rimase nascosto finché il generale bizantino Giorgio Maniace, liberando Siracusa, lo riportò alla luce e pensò di darlo in dono all’imperatrice Teodora, insieme al corpo di un’altra santa siciliana, Sant’Agata.
Il luogo di culto
Si racconta che il generale bizantino, percorrendo la via per Costantinopoli, si ritrovò nella zona di Hercle, quella che sarebbe diventata, poi, Erchie. Potendo constatare la tranquillità del posto, l’uomo decise di sostare brevemente in una grotta dove era presente una sorgente. Nelle immediate vicinanze vivevano i monaci basiliani, i quali, appena appresero ciò che l’uomo trasportava, iniziarono a venerare Santa Lucia organizzando momenti di preghiera e offrendole dei sacrifici.
La loro fede fu premiata: il generale decise di donare loro, come reliquia, un pezzetto di osso di un dito della santa. Essi pensarono di collocare tale reliquia proprio lì dove Santa Lucia aveva sostato, così la grotta fu adibita a cappella e decorata con diversi affreschi che ripercorrevano le vicende vissute dalla santa. La voce iniziò a correre tra le genti, così Erchie divenne presto, per molti, meta di pellegrinaggio. I signorotti del paese donarono ai monaci un quadro con l’immagine della santa, ma lo stesso fu smarrito quando la cappella venne duramente colpita da un’inondazione finendo in disuso. L’immagine venne ritrovata nel XVI secolo, quasi per caso, da un “vaccaro”. Era un periodo di forte siccità e un giorno il pastore, seguendo una delle sue mucche che si era allontanata, la ritrovò in un avvallamento, mentre si abbeverava in una pozza d’acqua al cui fianco c’era l’immagine di Santa Lucia.
La sorgente d’acqua
In seguito a questo ritrovamento ritenuto miracoloso, fu costruito un altare su cui venne deposto il quadro. Nel 1638 sull’altare della cappella fu aggiunta la statua di legno, che ancora oggi possiamo ammirare, raffigurante la santa siracusana. Nel corso degli anni furono costruiti il tempio che racchiude la sorgente d’acqua e la chiesa superiore; questo luogo sacro di Erchie, tanto prestigioso per il paese, fu istituito come Santuario nel 1953. Nonostante sia passato molto tempo, il flusso di pellegrini non ha mai cessato di esistere: in migliaia, infatti, scendono ogni anno nella grotta di Santa Lucia per attingere acqua dalla sua fonte miracolosa e bagnarsi gli occhi, chiedendo una grazia alla protettrice della vista. Non solo: la fonte di Santa Lucia è la prima tappa del “rito delle perdonanze”, una tradizione brindisina del secondo giovedì dopo Pasqua che vede i pellegrini recarsi a Erchie e Oria per chiedere grazie particolari pentendosi dei propri peccati.
Il Santuario di Santa Lucia è una meta quasi obbligatoria per chi vuole conoscere i tesori dell’alto Salento e lasciarsi incantare dal fascino che la storia e la tradizione portano con sé. La ricerca della spiritualità trova risposte in questo luogo celestiale che promette un’esperienza indimenticabile e ricca come poche.