Dolmen e Menhir del Salento

Dolmen e Menhir Salento

Il Salento è una terra calda e piena di risorse, ricca di stupefacenti architetture ma anche di paesaggi rurali dove il progresso non si è ancora insediato.
Tra il Mar Ionio e l’Adriatico, come a voler fare da ponte per unire la vastità delle loro acque, c’è un entroterra che parla del vissuto della penisola salentina, attraverso la natura e le tracce del passaggio di chi un tempo lo ha dominato. La civiltà neolitica ha lasciato le sue tracce attraverso dei sontuosi megaliti, i dolmen e i menhir, considerati i monumenti più antichi.

 

Tracce della civiltà neolitica

 

Disseminati qua e là per il Salento, maggiormente nelle zone incontaminate di campagna, ci sono numerosi esemplari di dolmen e menhir, in quello che potrebbe sembrare un ordine dettato dalla casualità ma che, invece, era frutto di scelte mirate dell’uomo neolitico, in base all’energia che egli sapeva riconoscere nelle varie zone, le quali dovevano essere in perfetta armonia con i cicli della natura.

 

I Dolmen del Salento

I dolmen, formati da grandi lastre in pietra fissate nel suolo che sorreggono un’altra uguale ma posta in orizzontale, sono dei monumenti che in passato erano utilizzati come luoghi di culto.
Tuttavia, il ritrovamento al loro interno di ossa, ceramiche e oggetti in pietra fa pensare che fossero usati quasi esclusivamente come luoghi di sepoltura, comunitaria o individuale. Attraverso dei tour organizzati è possibile visitare i luoghi dove si trovano i più noti monumenti megalitici del Salento.
A Minervino di Lecce si può ammirare il primo dolmen scoperto in Puglia: il dolmen “Li Scusi”. Così chiamato perché è immerso nel verde, quasi nascosto da un folto uliveto. Esso è anche il più grande della provincia di Lecce, poiché la lastra orizzontale è sorretta da ben otto larghe pietre dell’altezza di un metro.
Nei pressi di Otranto, il piccolo paese di Giurdignano vanta la presenza di sette dolmen. Per valorizzarli e proteggerli, è stata creata un’area apposita, denominata “ Il Giardino megalitico d’Italia”, dove spesso vengono organizzate delle visite guidate.
Nel paese di Salve, invece, a pochi chilometri da Santa Maria di Leuca, si possono ammirare due di queste stupefacenti strutture antiche, divise da una distanza di 600 metri. Entrambi i dolmen hanno delle peculiarità: il primo, chiamato “Cosi” è noto per il ritrovamento, nelle sue vicinanze, di ossa umane. Mentre il secondo, chiamato “Argentina” è conosciuto per aver egregiamente resistito al tempo conservando intatta la sua struttura.

 

I Menhir del Salento

I menhir, invece, sono costituiti da un’unica lastra di pietra stretta ma alta diversi metri, fissata verticalmente nel terreno. La loro funzione non risulta, ancora oggi, del tutto chiara. Si ipotizza che avessero il compito di segnalare tombe di grande importanza ( infatti, nelle loro vicinanze, si trova spesso un dolmen), ma anche che essi servissero a scandire il passare del tempo e l’alternarsi delle stagioni.

Il territorio salentino vanta uno dei più alti menhir della penisola italiana: il “Menhir de Santu Totaru” di Martano, il quale sfiora i 5 metri d’altezza e sorge in pieno centro abitato.
A Giurdignano, il “Giardino megalitico d’Italia” contiene, oltre ai sette dolmen già citati, anche diciotto menhir. Tra questi, il più noto è quello di San Paolo, la cui denominazione deriva dalla cripta che sorge ai suoi piedi. Un affresco presente all’interno della costruzione raffigura San Paolo e una ragnatela con la taranta: al santo, infatti, le tarantate si rivolgevano per essere guarite dall’inquietante morso del ragno.
Il menhir “Lete” , invece, sorge nei pressi di Galugnano e presenta l’incisione di diverse croci su una facciata. Tutti i menhir, infatti, oltre alla loro originaria funzione preistorica, hanno assunto anche altre funzioni con il passare dei millenni e il susseguirsi dei popoli. Ad esempio, nel Medioevo, erano stati arricchiti di simboli tipici del Cristianesimo. Ciò per favorire il superamento dei culti pagani a cui la popolazione era ancora legata.

 

Questi citati sono solo alcuni dei monumenti megalitici presenti nel Salento. E se, tra i tanti, è ancora possibile ammirarli, molti altri sono andati perduti. Questo a causa dell’incuria o perché le loro strutture sono stata sfruttate, in tempi moderni, per usi diversi. E’ importante, però, guardare ai restanti come a un prezioso patrimonio culturale da salvaguardare e valorizzare. Perché la nostra terra, oltre ad essere tra le più ambite mete turistiche grazie ai due mari che la bagnano, può essere anche un’affascinante meta turistica culturale.

 

 

Immagine con licenza Creative Commons da Wikimedia

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